LA CANDIDATURA UNESCO DI CIVITA DI BAGNOREGIO

BAGNOREGIO, IL PAESE DEI CALANCHI

Non lontano da Viterbo, la cittadina di Bagnoregio è il paese dei Calanchi e del famosissimo borgo di Civita, raggiungibile solo a piedi. Civita, con il suo «Paesaggio Culturale», è candidata dal 2017 nella Lista Propositiva Italiana (Tentative List) dei siti UNESCO per la capacità di riassumere in un luogo incredibilmente affascinante parte importante dell’evoluzione civile, culturale e religiosa dell’Occidente.

Tra “I Borghi più Belli d’Italia” e tra “Le 20 Città nella Roccia più spettacolari d’Italia” di Skyscanner nel 2015, è conosciuta anche come la “città che muore”, ma in realtà, vive. È, infatti, la prima località europea per crescita della popolazione turistica, suscitando grande interesse per la suggestione unica della location,  un borgo che appare sospeso tra le nuvole nelle giornate di nebbia.

Dal 1965 Civita di Bagnoregio è raggiungibile solo attraverso uno spettacolare ponte panoramico pedonale, un chilometro a piedi e poi, da una Porta rinascimentale si entra nel centro storico di Civita,  abitata da meno di 20 persone per la lenta erosione dei calanchi, già arginata da etruschi e romani. Come nella migliore tradizione, nei borghi si va in cerca della Cattedrale, che protegge con il suo sfarzo due monumenta medievali: la Bibbia miniata e il Santo Braccio con le reliquie di San Bonaventura, il teologo medievale che qui nacque. Quando si giunge al belvedere, lo spettacolo della Valle dei Calanchi, precipizi frastagliati di argilla gialla e di Civita sullo sfondo, è irresistibile, magnifico e surreale al tramonto. 

Un tempo, la valle dei calanchi era attraversata da una delle più antiche vie d’Italia che collegava il lago di Bolsena alla valle del Tevere, poi interrotta dall’erosione dovuta ai torrenti, agli agenti atmosferici e al disboscamento. Fondata 2500 anni fa dagli Etruschi, poi colonia romana e patria di San Bonaventura.

Questa meta turistica sbalorditiva è spesso scelta come set per il piccolo e grande schermo: “I due colonnelli” di Steno nel 1962; nel 1971, l’episodio “Il prete” del film “Contestazione generale”; lo sceneggiato televisivo, in onda su Rai 1 nel 2009, “Pinocchio” di Alberto Sironi; “Questione di karma” di Edoardo Falcone nel 2017 e “Puoi baciare lo sposo” di Alessandro Genovesi nel 2018. Ispirazione per Haiyao Miyazaki nel celebre film “Laputa, il castello nel cielo”. 

La straordinaria location si presta perfettamente alla rappresentazione del Presepe Vivente a Civita e alla Rievocazione storico-religiosa del Venerdì Santo. Imperdibile anche la Tonna, corsa di asini con i fantini nella prima domenica di giugno e la seconda di settembre. 

Piatto caratteristico sono le fettuccine condite con sugo di interiora di pollo e i piciarelli, una pasta rustica da degustare col vino Orvieto e Colli Etruschi, entrambi vini DOC. E per finire le nocciole vanto del viterbese e la varietà di ciliegie Celleno.

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