I tartufi solitamente vivono in simbiosi con piante in superficie come la quercia, il pioppo, il nocciolo, il faggio ed altre. Trovarli non è difficile, dovrete avere al vostro fianco un cane dal fiuto sopraffino e un esperto che vi aiuterà nella ricerca dei “funghi ipogei” più nascosti!

Forse sono poche le persone che sanno che il tartufo ha origini antichissime: la sua presenza sulle tavole era segno di nobiltà e ricchezza già in Mesopotamia. I primi a conoscerlo furono i Sumeri, che lo utilizzavano mischiandolo ad altri vegetali e legumi.

In natura ne esistono diversi che, a seconda della tipologia, si raccolgono nelle zone e nei periodi più adatti.

Le aree boschive della regione offrono, a seconda delle annate, buone quantità di tartufi, dal bianco pregiato, al tartufo nero pregiato fino allo scorzone.

Soffermiamoci brevemente sui tre tipi di tartufo che potreste trovare nel Lazio.

Il tartufo bianco è il più rinomato, pensate che pochi grammi possono costare centinaia di euro! Il periodo di raccolta va da settembre a dicembre, se riuscirete a trovarlo vi consigliamo di tagliarlo a fette sottilissime con l’apposito affettatartufi e servirlo in tavola. Una vera prelibatezza per il palato.

Vi chiederete: dove si trova? Partendo dalla Tuscia, la zona ad est del lago di Bolsena è nei taccuini di molti tartufai come come la zona di Vicovaro in provincia di Roma a poca distanza da Tivoli. Il reatino è considerato una delle province d’Italia più ricche per la qualità e la produzione dei tartufi; vi consigliamo una bella escursione nella Valle del Turano, nel comune di Ascrea e nella frazione di Stipes. I paesaggi sono incantevoli, come i borghi, ricchi di storia e tradizioni gastronomiche. Infine in Ciociaria, la Valle del Liri è la zona tartufigena più ricca sia del bianco pregiato sia del nero.

Il tartufo nero si distingue in pregiato e scorzone. Ciò che li contraddistingue sono il periodo di raccolta, il colore e la polpa.

Lo scorzone è il tartufo nero estivo la cui raccolta inizia nel mese di maggio. Potete iniziare ad esplorare i boschi aspettando il mese di settembre, periodo migliore per la raccolta. Il “ricercato” ha la scorza di colore nero con grandi verruche, la polpa biancastra e nocciola e chiunque lo dovesse trovare può ritenersi fortunato.

Il tartufo nero pregiato, la cui raccolta va da metà novembre a metà marzo, si presenta con una superficie verrucosa, un profumo aromatico ed un sapore delicato. Provate ad immaginarlo sopra un bel piatto di fettuccine… Al solo pensiero ci viene l’acquolina in bocca!

Le zone dove è possibile trovarli, dall’alto al basso Lazio, sono diverse e tutte con storie e tradizioni gastronomiche antichissime. Nel viterbese le località di Bagnoregio, Graffignano e Bomarzo sono le tre più conosciute dai tartufai. Vi consigliamo di trascorrere una giornata nella natura per poi concedervi un po’ di relax in questi luoghi incantevoli con delle meraviglie tutte da scoprire.

Un’altra area abbastanza estesa è quella che va dai Monti della Tolfa fino a Monte Romano, Blera e Tarquinia. Un territorio bellissimo con storie millenarie legate agli Etruschi nel caso di Tarquinia, alla vita rurale di Monte Romano con il granaio Agucchi del 1602, l’allevamento del bue Maremmano, fino a Blera la Città della Nocciola “Tonda Gentile Romana”.

L’area a nord dei monti Lepini nei comuni di Colleferro, Segni e Carpineto Romano, sono particolarmente conosciute per la presenza dei tartufi neri.

In Ciociaria abbiamo due zone adatte alla raccolta dei tartufi neri, la prima si trova ad est del capoluogo e abbraccia quattro comuni Sora, Pescosolido, Campoli Appennino e S. Donato Val di Camino. Il tartufo​ di Campoli è un prodotto pregiato che nasce sull’Appennino laziale, la cui raccolta si tramanda fin dal ‘500, da quando gli esperti tartufai rifornivano le cucine della Casa Reale di Napoli e quelle del Vaticano a Roma. La seconda si trova a sud di Frosinone tra Cassino e Colle S. Magno.

La presenza del tartufo nero nel reatino è piuttosto abbondante, specialmente nella zona dei Monti Sabini nei comuni di Contigliano e Fara Sabina, dove si trova sia lo scorzone che il nero pregiato! La valle del Turano, già citata per la presenza del bianco pregiato è nelle liste dei tartufai che sono in cerca con i loro cani dal fiuto infallibile del nero.

In queste zone la raccolta dei tartufi ha origini antichissime, una tradizione che si tramanda da generazioni fortemente legata alla ricchezza del sottobosco. Vista l’abbondante produzione e la qualità dei raccolti, i grandi tartufai sembrano apprezzare molto i prodotti di questa zona!

Che al caccia al tesoro abbia inizio…

Lazio, a caccia di tartufi…

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