La città dei bellicosi sanniti e poi dei longobardi riesce, con il suo fascino intatto, ad ammaliare i visitatori per i grandiosi monumenti e per le leggende che hanno “ispirato” il nome del Premio Strega, principale riconoscimento letterario italiano.
Chiamata originariamente Maleventum, fu ribattezzata dai Romani Beneventum per celebrare la vittoria contro Pirro, il re dell’Epiro.
Simbolo della dominazione romana e della città è lo splendido Arco di Traiano, costruito fra il 115 e il 117 d. C. per inaugurare la via che collegava Benevento a Brindisi. Ricco di sculture e bassorilievi pregevoli, che celebrano le gesta del “Migliore” imperatore, opere rimaste intatte nei millenni, è l’arco trionfale meglio conservato in Italia.
Un’altra testimonianza storica del periodo romano è il Teatro, fatto costruire dall’imperatore Adriano nel II secolo d. C., è ancora ammirabile in tutta la sua maestosità e grandezza. Per la sua ottima acustica è lo scenario perfetto per gli spettacoli e i concerti dell’estate beneventana.
La caduta dell’Impero Romano segna anche un periodo di decadenza per la città che rinasce sotto la dominazione dei Longobardi. Popolo guerriero che, ben comprendendo il valore strategico della sua posizione geografica, ne fecero la capitale prima di un ducato e poi nell’VIII secolo con Arechi, di un principato esteso a quasi tutta l’Italia meridionale. La Benevento di questo periodo conserva, quasi intatta, tutta la cinta muraria, buona parte dell’impianto urbanistico con importanti testimonianze quali la Cripta del Duomo, la Chiesa di S. Ilario a Port’Aurea e la splendida Chiesa di Santa Sofia che, inaugurata nel 762, rappresenta l’unico esempio di fusione tra la cultura romana e quella barbarica.
Pur conservando preziose vestigia angioine e papali, la città mostra una stratificazione di memorie che ritroviamo nella affascinanti storie di uomini diversi ed epoche lontane.
Testimonianze che ritroviamo nella Rocca dei Rettori. Il monumento è diviso in tre piani: al piano terra ci sono le segrete, al primo piano si trovano degli ampi saloni sormontati da magnifici soffitti in legno, mentre salendo ci possiamo affacciare da due torri di guardia e ammirare tutta la città.
Particolarmente affascinante è la Chiesa di Santa Sofia, capolavoro dell’arte longobarda durante il Medioevo, che rappresenta uno dei monumenti campani riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Eretta dai Longobardi nell’VIII secolo, si sviluppa su una pianta del disegno atipico: prima circolare, poi a stella e poi ancora tondeggiante; anche le geometrie delle volte descrivono varie e sorprendenti forme.
Vicino alla Chiesa troviamo un monastero con un bellissimo chiostro che ospita alcune sale del Museo del Sannio che raccoglie un ricco patrimonio archeologico prevalentemente di area beneventana.
Più contemporaneo l’Hortus Conclusus, mostra permanente di sculture firmate da Mimmo Paladino, artista e figlio diletto di questa terra, che nella sua opera si è spesso ispirato al leggendario passato della “Città delle Streghe”.