I dolci che non possono mancare a Carnevale nelle Marche

Il Carnevale si avvicina sempre più e come da tradizione nei borghi delle Marche, c’è chi ha già iniziato il 17 gennaio (con la ricorrenza di Sant’Antonio Abate) dando il via ai festeggiamenti con la tradizionale apertura del Carnevale, anche se ancora molto limitati dal covid. Voglio allora raccontarvi un po’ delle ricette tipiche dei dolci del Carnevale nelle Marche. Ricette popolari, piene di tradizione che affondano le proprie radici nel tempo e nei cuori dei marchigiani.  Semplici e golosi, dal profumo inconfondibile, i dolci del Carnevale marchigiano hanno alle spalle secoli di storia, preparati con ingredienti poveri e sempre presenti in tutte le dispense, farina, latte, miele, uova e perché no, del buon cioccolato fondente; senza dimenticare lo strutto, che in età moderna viene sostituito con l’olio. Infatti, tranne che in poche eccezioni, i dolci del Martedì Grasso sono per eccellenza, rigorosamente fritti. Ed ecco le prelibatezze di Carnevale diffuse in lungo e in largo nella Regione Marche (vi inseriamo anche i link alle ricette dei dolci di carnevale che abbiamo testato): 1. Sfrappe Il dolce del Martedì Grasso per antonomasia. Queste sottili e croccanti striscioline di impasto fritto non possono mancare tra i dolci del Carnevale nelle Marche, sono presenti in tutte le regioni italiane, chiamate con numerosissimi nomi: chiacchiere, frappe, cioffe, cenci, crostoli, galani o bugie. La tradizione delle sfrappe probabilmente trova origine nell’antica Roma quando si preparavano le frictilia, dei dolci fritti nel grasso di maiale che venivano preparati proprio durante il periodo dell’odierno carnevale. È un dolce sottile, la cui forma viene modellata prima della frittura a nastrini, a fiocchi o a strisce. Di solito vengono servite cosparse di zucchero a velo, miele o alchermes.  2. Castagnole Piccole tonde ed invitanti, preparate con burro, zucchero, uova, buccia di limone grattugiata e lievito, fritte in olio di semi e ricoperte di zucchero a velo. Chiamate castagnole un po’ in tutta Italia.  Ci sono anche in versione “strong” inserendo la ricotta all’impasto, per un risultato ancora più soffice e gustoso, oppure leggermente bagnate con alchermes altro alleato delle vergare marchigiane! 3. Ravioli  Ravioli dolciRavioli dolci marchigiani“Li raviuole” sono l’apoteosi del Carnevale Marchigiano, una sfoglia sottile e croccante, preparata da mani sapienti e farcita con i più vari e fantasiosi ripieni, crema pasticcera, crema al cioccolato e ricotta i classici, con l’età moderna si aggiungono, pistacchio, zuppa inglese e caffè lasciando libero sfogo alla fantasia delle massaie! C’è anche la versione salata dei ravioli tipica soprattutto del piceno conosciuta come li raviuole n’caciate o ravioli di gallina, una tenera sfoglia all’uovo riempita con un impasto di gallina, formaggio e spezie, riempiono le cucine ascolane di un profumo antico che scalda i cuori. 4. Ravioli di castagne Un punto speciale tra i dolci del Carnevale nelle Marche non può non essere dedicato ai ravioli di Castagne, prelibatezza e protagonisti tra i ravioli marchigiani. Farciti con castagne lessate e schiacciate, cioccolato fondente e liquore, poi fritti in abbondante olio di semi, sono diffusissimi nella zona del Piceno “li raviuole de castagne“. Si conservano a lungo: sono infatti gustati dal 17 gennaio, il giorno che in molti borghi (primo fra tutti Offida) segna l’inizio del Carnevale, fino al Martedì. 5. Cicerchiata A carnevale nelle tavole marchigiane non può mancare assolutamente la cicerchiata conosciuta anche come struffoli! Il suo nome deriva dalla “cicerchia”, legume presidio slow food perché ne ricorda la forma. Nata in Umbria ma diffusa anche nelle Marche e in Abruzzo, la cicerchiata è formata da pezzetti di impasto simili ai ceci, a base di farina, buccia di limone, burro, zucchero e profumati con mistrà (liquore tipico marchigiano), fritti in olio di semi, conditi con miele e decorati con codette di zucchero colorato. In alcune zone delle Marche se ne produce una versione al cioccolato. 6. Gli scroccafusi  Secondo un’antica superstizione maceratese, se un estraneo entra in cucina mentre la massaia è intenta a prepararli, questi dolci non riescono bene. Tipici del maceratese, sono diffusi in tutte le Marche e cambiano nome in base alla zona: nel Piceno sono chiamati “stummeri” e ad Osimo e dintorni erano detti “cecetti”. Sono delle palline di pasta lessate in acqua bollente e poi fritte, spolverate di zucchero e bagnate con alchermes. Le radici di questa ricetta sono antiche e legate al mondo rurale. Ancora oggi si tramanda di generazione in generazione seguendo fedelmente l’antica procedura. Sono croccanti infatti, il loro nome deriva dallo “scrocchio” che producono questi dolci sotto i denti al momento dell’assaggio. 7. Gli arancini Non confondetevi con quelli di riso siciliani, gli arancini marchigiani sono dei dolcetti (stranamente) fritti a base di farina, olio, latte e uova.  Tipici della provincia di Ancona, gli arancini di Carnevale si preparano oggi in tutte le Marche. Assumono anche il nome scherzoso di “Fichette” nella zona del Metauro. Hanno la caratteristica forma di una girella, ottenuta arrotolando la sfoglia, precedentemente ricoperta di zucchero e scorze di arancia, su se stessa. Di questo dolce c’è anche la variante al limone e vengono perciò chiamati anche limoncini. 8. Sanguinaccio Una golosa crema fatta con cioccolato fondente, cacao, latte, zucchero, aromatizzata con cannella, rum e vaniglia, da gustare con i savoiardi o le sfrappe. Diffuso in numerose regioni italiane, dalla Liguria alle Marche, dall’Abruzzo fino a Campania e Calabria, fino a qualche decennio fa il sanguinaccio prevedeva l’impiego del sangue di maiale (oggi vietato), che era raccolto durante la macellazione, filtrato e mescolato agli altri ingredienti. Se vi piace lo splatter e avete degli stomaci forti vi lascio il link al racconto di Flora che qualche anno fa ha riprodotto la ricetta originale del sanguinaccio —> la trovate QUI

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