Piazza Vittorio Emanuele III, Pandino

Il Monumento ai caduti, posto al centro della piazza, è stato inaugurato nel 1928 in occasione del decennale della fine della Prima guerra mondiale ed è dominato da Fredo; i pandinesi hanno nominato così il soldato impegnato a scagliare il masso contro l’aquila ai piedi della roccia.
La struttura monumentale è una composizione verticale realizzata da Pietro Kufferle, definito “lo scultore degli zar”. La realizzazione dell’opera ha avuto un lungo e difficile percorso che ha visto anche il coinvolgimento di Marius Stroppa, eclettico artista locale, che firma il primo progetto mai realizzato.
Alla fine del 2013 alcuni cittadini pandinesi iniziarono ad interessarsi alla ormai doverosa ripulitura completa del monumento per poterlo contemplare in ordine in occasione del 100° anniversario della grande guerra. Nel 2014 venne istituito il Comitato Spontaneo “Restauriamo il Monumento ai Caduti di Pandino”. Il Comitato ha documentato ogni passaggio della ripulitura e ha svolto un preciso lavoro di ricerca circa il monumento e circa la storia dei pandinesi partiti per la grande guerra.

Il Monumento ai Caduti di Pandino è stato il luogo del set del film Oscar del 2018 Call Me By Your Name, in occasione delle riprese la piazza Vittorio Emanuele III è stata riportata agli anni ’80: le vetrine dei negozi, l’abbigliamento delle comparse e le auto hanno fatto un balzo indietro di quaranta anni, ad incorniciare una delle scene più poetiche della pellicola di Luca Guadagnino.

Arena esterna Castello Visconteo di Pandino

Lasciando la piazza Vittorio Emanuele III, imbocca via Castello e girando a sinistra potrai costeggiare il lato est del Castello Visconteo di Pandino e scoprirne la struttura.

Pandino vanta uno dei castelli viscontei meglio conservati della Lombardia, edificato per volere di Bernabò Visconti e di Regina della Scala a partire dal 1355 circa, l’edificio presenta ancora in gran parte le strutture architettoniche originarie e le decorazioni pittoriche del sec. XIV, rappresentanti principalmente motivi geometrici alternati alle insegne nobiliari dei Visconti e dei Della Scala.

I signori di Milano scelsero questa località in quanto piccolo villaggio circondato da boschi, ideale per dedicarsi alle battute di caccia. Inoltre Bernabò Visconti predilesse Pandino perché, essendo terrorizzato dalla peste che in quegli anni incombeva su Milano, lo riteneva il posto ideale per rifugiarsi dal morbo, in quanto lontano dai grandi centri abitati dell’epoca e pertanto salubre.

L’edificio ha pianta quadrata, con quattro torri angolari quadrate, delle quali sono rimaste integre solo quelle orientali, mentre quelle occidentali sono state demolite nell’Ottocento.
L’interno si caratterizza per l’ampia corte, circondata al piano terra da porticati con archi acuti, e a quello superiore da loggiati con pilastrini quadrati. In origine, le pitture ornavano tutte le superfici, anche esterne, del castello.

Via della Zecca, Pandino

Arrivando alla fine dello sterrato adiacente il Castello Visconteo, imbocca via della Zecca: dopo un primo pezzo asfaltato, la strada diviene sterrata e si addentra nella campagna.

Fontanile del Pir, Pandino

Il territorio di Pandino è ricco di risorgive: sono presenti infatti 16 fontanili.
I fontanili sono sorgenti di acqua dolce a volte di origine naturale ma spesso scavate dall’uomo. L’acqua sorgiva mantiene una temperatura costante fra i 9 e il 12 gradi sia d’estate che d’inverno.

Il Fontanile del Pir è stato recuperato con un lavoro di pulizia dagli scarti vegetali e dal fango che occupavano l’alveo; le rive sono state ripopolate con piante autoctone come il salice bianco, il pioppo bianco, l’acero campestre e l’ontano nero.

 

Cascina Zecca, Pandino

Lasciato il fontanile del Pir, prosegui in direzione della “Cascina Zecca”: percorrendo queste strade bianche potrai scoprire come la tradizione contadina sia ancora parte fondamentale della vita economica e produttiva del nostro territorio.
La piatta distesa della pianura è interrotta a tratti dalla vegetazione di ripa dei corsi d’acqua, i campi sono principalmente coltivati a mais e a foraggio. L’allevamento zootecnico ed in particolare la filiera del latte è l’attività principale del territorio.

Ad ovest della Cascina Zecca si trova il fontanile Zecca, inserito nelle aree depresse (alvei abbandonati) nel bacino idrico del fiume Adda.

La strada ritorna sterrata e tocca il territorio di Rivolta d’Adda.

 

Località Paladino, Rivolta d’Adda

Immerso nel verde della campagna rivoltana sorge un piccolo edificio di culto, l’Oratorio di Santa Maria del Paladino, detto “il Paladino”. Il suo nome deriva dal fatto che, tra XI e XII secolo, nelle vicinanze si ergeva una rocca difensiva, a protezione dei molti insediamenti agricoli circostanti (come la cascina Castello). L’oratorio, edificato solo verso la metà del XV secolo, è dedicato alla Madonna e a San Maurizio, un martire guerriero.
La struttura a capanna è preceduta da un prònao, aggiunto verso la metà del Seicento, la facciata presenta due grandi monofore e un portone centrale sopra il quale è dipinto un affresco del primo Cinquecento. L’interno dell’oratorio è ad aula unica, divisa in tre campate coperte con volte a crociera, sul lato destro della navata è annessa una piccola cappella.
L’oratorio è decorato con una serie di affreschi antichi, che risalgono all’incirca alla prima metà del Cinquecento, arrivati a noi molto rovinati. Risalenti al primo Novecento invece sono gli affreschi delle volte e delle velette che coprono l’abside.

Direzione NOSADELLO, Pandino

Nosadello è una delle frazioni dell’abitato di Pandino al quale si collega con una comoda ciclabile.
Percorrendola prima dell’abitato di Nosadello, si incontra il cimitero e, di fronte, il fontanile Tinella. Il fontanile è molto piacevole e ricco di vegetazione, alimentato da 5 tini in cemento.

Nella piazza di Nosadello sorge la parrocchiale dedicata a San Pantaleone, la prima attestazione di un insediamento religioso a Nosadello risale al secolo XIII, quando la chiesa di Nosadello fu tra le istituzioni ecclesiastiche lodigiane tassate dal papato, dove figurava sottoposta alla giurisdizione della pieve di Spino d’Adda.
L’attuale parrocchiale dedicata a San Pantaleone, venne edificata nel 1923 in sostituzione di in tempio più antico diventato troppo piccolo per accogliere tutti gli abitanti del luogo. L’edificio, con pianta a croce greca e cupola ottagonale al centro, rievoca forme appartenenti a stili e epoche diverse: romaniche, gotiche e rinascimentali, conserva alcuni arredi antichi.

 

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