Lavorazione della scagliola intelvese

Il maestro Bruno Gandola con il suo allievo fa rivivere la tradizione artistica intelvese attraverso i suoni della lavorazione del gesso. Il gesso cotto e macinato finissimo è mescolato con polveri di terre naturali e dell'acqua ottenuta dalla macerazione di elementi organici, come la colla di pesce, chiamata acqua-madre o acqua colla o "colla tedesca". Si aggiunge poi polvere nera di carbonella di vite (nero vite) o fuliggine (nero fumo). I colori a volte si ottengono da pietre macinate per imitare i marmi i marmi bianchi di Carrara o quelli rosa di Carona, o ancora quello verdi della Val Malenco. La scagliola: infatti, è conosciuta come il "marmo dei poveri" e prese piede nell'abbellire chiese e cattedrali europee con l'avvento degli ordini mendicanti, grazie ai Magistri comacini.

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