L’Area Marina Protetta Isole Pelagie

Conosciamo insieme l’ente che gestisce uno dei mari più belli del Mediterraneo

Attualmente l’Area Marina Protetta (AMP) “Isole Pelagie”, di cui l’Ente Gestore è il Comune di Lampedusa e Linosa, è inserita nei progetti di monitoraggio e tutela ambientale a livello europeo, attraverso il supporto ministeriale, e in particolare negli ultimi anni è stata monitorata con molta attenzione la prateria di Posidonia oceanica che attorno le isole supera i 500 ettari. La Posidonia è una pianta esclusiva del Mar Mediterraneo che crea un ecosistema importantissimo per il nostro mare perché rifugio e risorsa per organismi marini, un vero e proprio polmone marino che da una parte assorbe CO2 e dall’altra arricchisce l’acqua di O2, proprio come un bosco sulla terraferma.
Purtroppo dagli ultimi monitoraggi risulta non più presente una specie di mollusco che vive tra le fronde di questa pianta: stiamo parlando della Nacchera (Pinna nobilis) che negli ultimi anni è stata attaccata da un batterio che ne ha sterminato diverse popolazioni. Per fortuna grazie le AMP e il Ministero dell’Ambiente si sta cercando di trovare un modo per ripopolare le aree dove non si ritrova più, come le Pelagie.

Ma sono tante le specie e gli habitat per i quali l’AMP tutti gli anni sviluppa progetti di monitoraggio e controllo. Tra questi un progetto finanziato dall’Associazione Internazionale MedPAN sul monitoraggio e controllo delle attività di nidificazione della tartaruga Caretta caretta nelle due isole. Il primo anno di monitoraggio, il 2018, ha registrato la nidificazione di tre tartarughe tutte nella spiaggia di Pozzolana a Linosa. I nidi sono stati monitorati fino alla schiusa per un totale di 44 piccoli. Il progetto non solo ha monitorato e tutelato i nidi ma ha raccolto alcuni dati biologici per identificare possibili malformazioni dei piccoli in relazione ad alcuni fattori ambientali, come la temperatura, per comprendere come i cambiamenti climatici stanno influenzando questa specie.
A proposito di tartarughe, l’AMP è ormai al sesto e ultimo anno del progetto LIFE Tartalife incentrato sulla riduzione della cattura accidentale delle tartarughe, attraverso l’adozione di strumenti di pesca innovativi, rafforzando i Centri di Recupero delle Tartarughe Marine in tutta Italia e sensibilizzando il più possibile i pescatori e l’opinione pubblica. L’AMP anche quest’anno organizzerà durante la stagione estiva degli incontri e delle attività partecipative dedicate alla conoscenza delle tartarughe e del mondo che le circonda.

Il mare attorno alle Isole Pelagie è ricco di una biodiversità senza confini, e senza confini sono da qualche anno le specie Aliene o meglio alloctone, la maggior parte delle quali provengono dal Mar Rosso e dall’Oceano Atlantico. Queste si stanno pian piano diffondendo nel Mar Mediterraneo per effetto dell’aumento della temperatura e altri fattori ambientali dovuti al cambiamento climatico. L’arcipelago è teatro da diversi anni dei primi avvistamenti di queste specie aliene, come il temuto Pesce Palla (Lagocephalussceleratus) pescato la prima volta a Linosa, il Granchio Corridore (Percnongibbesi), vorace brucatore di alghe che si trova facilmente tra le rocce e sotto di esse in penombrae ancora, la Caulerpa racemosa (Caulerpa cylindracea), un’alga verde con forma tipica di grappolino che si riproduce molto velocemente impedendo alle alghe indigene di crescere. Di specie aliene ce ne sono diverse, non tutte dannose o pericolose, ma alcune sono già entrate a far parte della quotidianità e normalità del nostro mare.

Proprio questi cambiamenti nella biodiversità e nelle risorse marine richiedono un cambiamento nei comportamenti e abitudini delle comunità costiere e di chi fruisce del mare. Per fare questo sono in atto diversi studi di adattamento al cambiamento climatico. L’AMP in questo senso, fa parte da tre anni del progetto MPA-ADAPT finanziato dal programma europeo InterregMed che consiste in una serie di attività di monitoraggio, anche con l’aiuto e la partecipazione di tanti attori del territorio (pescatori, diving, subacquei, turisti), con l’obiettivo di comprendere e identificare quali misure possono essere adottate per “abituarsi” alle “nuove presenze”. Un percorso interattivo per saperne di più su questi nuovi ospiti si trova nella sala espositiva dell’AMP.
Tra gli attori principali dell’AMP ci sono sicuramente i pescatori con i quali l’AMP, fin dalla sua istituzione, collabora e interagisce affinché la loro esperienza e conoscenza unita alle conoscenze scientifiche e di gestione dell’AMP possa portare beneficio tanto all’ambiente quanto alle attività tradizionali come la pesca ed evitare la perdita della biodiversità e la perdita dei beni immateriali come la pesca tradizionale. In quest’ottica nel 2018 è stato fatto un primo studio sulle attività della pesca artigianale proprio con l’aiuto e la disponibilità dei pescatori locali attraverso un finanziamento europeo FEAMP promosso dal Ministero delle Politiche Agricole. Lo studio servirà a monitorare l’uso e consumo delle risorse ittiche locali ma soprattutto a identificare le criticità di quest’attività e trovare le giuste misure di gestione favorendo allo stesso tempo la protezione degli stock ittici, i loro habitat e le attività della marineria delle Pelagie.

E i pescatori sono tra i pochi che fanno degli incontri davvero fantastici durante le loro attività. Tra questi i cetacei che circondano e vivono nelle acque attorno alle nostre isole, come i delfini e tra loro una specie protetta a livello europeo, il Tursiopstruncatus. Il rapporto tra pescatori e delfini è leggendariamente conflittuale competendo per la stessa risorsa, i pesci. Nonostante questo i pescatori rispettano questi spettacolari e divertenti animali, che giocano attorno alle loro barche e che è possibile incontrare, se fortunati, durante qualche uscita di pesca turismo. I cetacei sono protetti dal regolamento dell’AMP e tanto i pescatori che gli altri operatori sanno che non si possono avvicinare molto e che bisogna avere molta cautela durante l’osservazione. Durante il periodo primaverile è anche possibile osservare il passaggio delle grandi balene che attraversano il Canale di Sicilia per nutrirsi prima di risalire verso i santuari del nord.
Infine, anche se può destare preoccupazione per alcuni, l’AMP delle Isole Pelagie è tra le poche se non unica AMP che protegge un sito di riproduzione di squali, si squali! Non temete, chiedete pure ai pescatori o ai diving center, qui si vedono, s’incontrano, soprattutto all’isolotto di Lampione. Per questi splendidi e temuti animali con i diving e i centri di ricerca si sta pensando a dei possibili progetti di valorizzazione del loro habitat.

Insomma l’AMP è davvero un mondo magico dove dal più piccolo e incredibile organismo poggiato su uno scoglio il Vermete che forma le nostre scogliere, fino all’immensa Balenottera o al delicato Corallo è tutelato e prima ancora studiato, e infine una volta stabilite le regole per assicurarne la conservazione, l’AMP sa ripagare potendo osservare senza disturbare, un mondo, quello del mare, che spesso non è facile da esplorare… e qui a Lampedusa e Linosa con una semplice maschera, ovunque ti farai il bagno, potrai davvero farne parte! L’obiettivo dell’AMP Isole Pelagie è quello di tutelare l’ambiente marino attraverso gli stessi fruitori nel rispetto delle regole di conservazione e del lavoro di chi la protegge e la vive non solo d’estate.


A cura di Giulia Visconti, Responsabile Scientifico AMP Isole Pelagie 2017-2020
Tratto da l’IsolaBella Anno X – Estate 2019

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