I Fari della calabria

Volo su costa ionica e tirrenica

Nella tappa odierna degli appunti di viaggio si parlerà dell‘inizio delle riprese video e fotografiche aree, con il primo volo sulla Calabria meridionale di circa cinque anni fa.

Nella prima fase di approccio alle riprese dall’alto, prima dell’utilizzo del drone, il mezzo utilizzato è stato l’aereo del mio caro amico Giuseppe Capicotto.

Il primo volo

Faro Punta Pezzo Villa San Giovanni Rubrica Calabria Contatto

Fonte fotografica di Ivan Comi

Il primo volo è stato organizzato da  Reggio Calabria

, con un tragitto che prevedeva di  risalire la costa tirrenica

, poi tagliare la Calabria all’altezza di Capo Vaticano fino a Monasterace Marina, per poi 

riscendere lungo la costa ionica fino a Reggio Calabria. La prenotazione del volo è avvenuta anche in virtù delle previsioni meteorologiche: la giornata non era perfetta, ma c’erano tutte le condizioni per effettuare un volo in assoluta tranquillità.

Purtroppo, la notte prima del volo non mi sentii bene, così quella mattina mi presentai con 39° di febbre, non esattamente le migliori condizioni. Provai a riposare nelle due ore di auto che ci portarono all’aeroporto di Reggio Calabria.

Dopo aver passato i controlli, portammo l’aereo fuori dall’hangar e installammo la telecamera in coda. Dopo la fase di rullaggio, finalmente ci alzammo in volo: una sensazione bellissima, e poco importa il fastidio alle orecchie. L’aria all’interno del velivolo era piuttosto fresca, nonostante tutti i bocchettoni preposti fossero chiusi, ma lo spettacolo di Reggio Calabria vista dall’alto non mi permetteva alcuna distrazione.

Fu una virata verso destra dopo un ulteriore salto di quota a farmi comprendere che nell’emozione del momento non avevo chiuso perfettamente il portellone dell’aereo. Il freddo aumentava sempre di più e le mie condizioni di salute iniziavano a essere un problema, per cui decidemmo di atterrare per richiudere bene la portiera e ridecollare immediatamente.

La costa tirrenica

Questa volta, il comfort del volo mi permise di riconoscere immediatamente il faro di Punta Pezzo, a Villa San Giovanni: l’unico in Calabria colorato a bande bianche e rosse.

A 500m di altezza si vedevano la Sicilia e la Calabria da un’altra prospettiva, seppure non priva di turbolenze.

Dopo alcuni suggestivi passaggi sullo Stretto, ci spostammo verso Scilla. Un paesaggio mozzafiato, che univa la meravigliosa costa e le Isole Eolie, e in corrispondenza dell’affascinante castello del borgo, vidi per la prima volta dal vivo il faro, ubicato proprio all’interno della struttura appartenuta ai conti Ruffo di Calabria. Ma non era finita qui, perché in breve tempo comparve la sagoma del faro di Capo Vaticano: una costruzione incastonata nella roccia a strapiombo sul mare, in uno dei tratti di costa più belli d’Italia. Guardare i fari dall’alto, circondati dalla bellezza della nostra terra è un’emozione indescrivibile.

La costa ionica

A questo punto virammo verso est, per attraversare la Calabria e raggiungere la costa ionica, alzandoci di quota per distanziarci dalle alture. Con la febbre forte e le orecchie doloranti, mi lasciai curare dall’incanto della vista della terra sottostante.

Una sensazione di bellezza che mi rasserenava e mi faceva pensare alla fortuna che noi tutti calabresi abbiamo nel vivere in questo luogo meraviglioso.

Vidi dall’alto parecchi luoghi a me sconosciuti, cercando di trovare punti di riferimento da questa insolita visuale. Finalmente arrivammo sulla costa ionica e ci potemmo abbassare di quota, con mio immenso sollievo. Incrociammo più volte il faro di Monasterace per poter realizzare le giuste inquadrature e ci si aprì la vista all’area archeologica dell’antica Kaulon. Scendendo ancora verso sud, incontrammo poi i fari di Capo Spartivento e Capo dell’Armi, sacrificando un po’ le riprese a causa del malanno che mi tormentava.

L’avventura del rientro

Ivan Comi Faro Capo Dell Armi Rubrica Calabria Contatto

Fotografia di Ivan Comi

Dopo due ore e mezzo di volo fu il momento di 

tornare a Reggio Calabria

, dove a completare la giornata ci aspettava un vento in pista a 17 nodi, con raffiche a 25. La pista si avvicinava, ma contemporaneamente si intensificavano le raffiche, costringendo Giuseppe a continue correzioni di traiettoria. Quando l’

atterraggio

, seppure a balzi, sembrava terminato, una 

folata di vento

 investì il nostro aereo, costringendo Giuseppe a una 

manovra di decollo immediata

.

 

A questo punto, iniziai a sudare, ma non per la febbre. Mi disse che ci avrebbe riprovato, altrimenti ci saremmo diretti all’aeroporto di Lamezia Terme, grazie all’aggiunta di carburante caricata prima della partenza. Ma nonostante il vento che non accennava a diminuire, il secondo tentativo, seppure movimentato, andò a buon fine.

Il mio primo volo non era stato il massimo, ma finalmente avevo iniziato il lungo lavoro sui fari della Calabria.

Ivan Comi

 

© 2021 Fiera Milano SpA - P.IVA 13194800150
Si è verificato un errore