Il lago d’Averno è famoso, sin dall’antichità, per le leggende che ritenevano esso fosse l’ingresso al regno degli Inferi. Le sue esalazioni, i fitti boschi posti sulle sponde del lago, concorrevano di certo a rendere il paesaggio ancora più cupo e misterioso.In realtà, essendosi formato all’interno di un cratere vulcanico, i fumi del lago erano dovuti alle esalazioni di acido solfidrico e carbonico che impedivano agli uccelli di volare su di esso. Da qui il nome Averno, dal greco Aornon: privo di uccelli.
È stato sede di una grande operarealizzata da Agrippa, militare e politico di Ottaviano: il Portus Julius.Risalente al 37 a.C.,si trattava di un canale navigabile che, attraverso il vicino lago Lucrino, collegasse l’Averno al mare. Il lago fu dunque adibito a cantiere di costruzione e riparazione delle navi, mentre il Lucrino fu usato come vero e proprio bacino portuale. Al tempo, il lago Lucrino era molto più ampio, e la striscia costiera che lo separava dal mare era molto più avanzata rispetto a quella attuale, quindi poteva ospitare un numero maggiore di navi.
Sebbene abbia rivestito una funzione fondamentale per gli scontri bellici, il porto non ebbe lunga durata: la realizzazione, qualche anno dopo, del nuovo porto militare di Miseno, e il lento abbassamento della costa dovuto al fenomeno del bradisismo (dal greco bradýs – lento e seismós – scossa) ne determinarono infatti la decadenza.
Sulle sponde del lago è possibile trovare diversi resti archeologici collegati al periodo imperiale. Tra questi: il tempio di Apollo, la grotta di Cocceio e la grotta della Sibilla. Di grande importanza anche la presenza di vigneti storici, così definiti perché le viti risalgono ancora al tempo degli antichi romani.