L'anfiteatro di Pozzuoli, più conosciuto come Anfiteatro Flavio, è il terzo in Italia per dimensioni, subito dopo quello di Roma e Capua. Risalente alla seconda metà del I sec. d.C., è detto Flavio perchè se ne desume la costruzione sotto l'imperatore Vespasiano (70 – 79 d.C.). Secondo altri, invece, esso fu solo ultimato in età flavia, ma la sua costruzione si crede sia iniziata e in parte compiuta da Nerone (54 – 68 d.C), probabilmente anche in relazione al fatto che Puteoli era una colonia neroniana nel 60 d.C.

I sotterranei dell’anfiteatro sono quelli meglio conservati in Italia, con i loro affascinanti giochi di luci ed ombre. Di grande interesse sono le parti ancora ben visibili degli ingranaggi utilizzati per sollevare le gabbie che trasportavano sull'arena le belve. In una vasta fossa sono posti invece quelli che sembrano essere altri elementi di scenografia degli spettacoli, i quali venivano sopraelevati per fare da sfondo alle lotte dei gladiatori o alla cruenta caccia degli animali. 

I sotterranei ospitavano, inoltre, un complesso sistema di canalizzazione delle acque con una fogna centrale, e una serie di lucernari posti sulle volte che ne garantivano l’illuminazione.

L'arena rappresenta il fulcro dell’anfiteatro, il luogo in cui avvenivano gli spettacoli: giochi con animali, seguiti dalle esecuzioni di criminali, combattimenti di gladiatori o la riproposizione di famose battaglie. Gli spalti, o cavea, potevano contenere fino a un massimo di 40.000 spettatori. Nella zona superiore doveva esserci un portico a colonne, ora in parte conservate nei sotterranei, ornato da una serie di statue andate quasi tutte perdute nel corso dei secoli. 

All’arena dell’anfiteatro si lega la celebre leggenda del martirio di San Gennaro: imprigionato e condannato a morte nel 305 d.C., si racconta che il 19 settembre fu portato insieme ai suoi compagni nell'arena all'interno della quale furono liberate le bestie, probabilmente orsi. Queste ultime, però, si fermarono al cospetto dei martiri lasciandoli miracolosamente illesi. Meno clemente fu il giudice, il quale ne ordinò l’immediata decapitazione che avvenne nei pressi della Solfatara, poco distante dall’anfiteatro.

INFO: http://www.pafleg.it/it/7/info 

ANFITEATRO FLAVIO

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