“Ci sono molte ragioni per camminare in montagna. Per i mille uomini valdesi che la notte del 17 agosto 1689 si incamminarono dalle sponde del lago di Ginevra con la speranza di tornare nelle proprie valli in Piemonte, da cui erano stati esiliati nel 1687, il motivo fu la libertà. Libertà di professare la propria fede, libertà di vivere là dove erano nati, dove avevano le loro case e le loro terre.”

(Riccardo Carnovalini e Roberta Ferraris, Il Glorioso Rimpatrio dei valdesi, 20 giorni a piedi tra Francia e Piemonte, ripercorrendo le tappe del ritorno dei Valdesi dall’esilio, Terre di Mezzo, 2007)
 

Dal Gran Bosco di Salbertrand, con i suoi centenari larici, al nido d’aquila della Balziglia, agli impervi scenari del vallone Giulian, il cammino sulle orme dei Valdesi è, prima di tutto, la scoperta di una ambiente naturale di eccezionale bellezza e integrità, nelle quattro valli in cui si dipana la parte italiana del Glorioso Rimpatrio: val Susa, val Chisone, val Germanasca e val Pellice.
Nuvole veloci e mobilissime accompagnano sui sentieri, in perenne lotta con il sole estivo e il cielo blu cobalto dell’alta quota. Il nostro è un cammino facile, se paragonato alla marcia forzata di quegli uomini in fuga da due eserciti, equipaggiati come potevano esserlo i montanari di fine ‘600, armati di spingarde da dieci chili, con poco cibo. Il nostro sarà sicuramente un viaggio ben più confortevole. La sera troviamo la bella accoglienza di rifugi e locande, ottimi cibi, e il racconto di chi nelle valli Valdesi vive.
 

I punti forti del cammino:

  • Il grandioso panorama sul Monviso e sulla val Pellice dal col Giulian
  • Il museo di Rodoretto, uno spaccato di vita montanara
  • Latte, burro e formaggio d’alpeggio all’Alpe Crosenna

Il Glorioso Rimpatrio dei Valdesi

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