Storia e tradizioni marchigiane sull’Immacolata – 8 Dicembre

<< Tutta bella tu sei, amica mia,in te nessuna macchia >>  〜Cantico 4,7 Dalla festività cristiana dell’Immacolata concezione nascono diverse tradizioni in tutta Italia, scopriamone alcune legate al nostro territorio. Fochere Per la tradizione marchigiana la notte tra il 9 e il 10 dicembre è una notte speciale chiamata anche notte della Venuta, ricorre infatti la data del passaggio della santa Casa sopra le nostre terre e da qui le folkloristiche Fochere, falò che si accendono su tutto il territorio per indicare la strada agli angeli fino a Loreto; la tradizione vuole che i fuochi odierni ricordino quelli che nel 1291 servirono ad illuminare la strada alla Santa Casa che in volo stava giungendo a Loreto dalla Palestina. Nel 1624, momento della definitiva ufficializzazione della festa, queste erano le prescrizioni, descritte da Monaldo Leopardi, padre del nostro celebre poeta: “sparo di mortai, suono di tutte le campane (alle 3:30 della notte, ora in cui la Santa Casa avrebbe toccato terra), fuochi sopra alle torri comunali, lumi a tutte le finestre, mentre grandi falò si accendono nei paesi, in tutti i rioni delle città e nelle aie di tutte le case di campagna. Chi disponeva di un’arma da fuoco doveva sparare un colpo in aria, in segno di festa; di seguito veniva celebrata la “Messa della Venuta”.  Natalitte Ad Ancona durante la vigilia si digiunava, mentre la popolazione della provincia di Ascoli e di Fermo consuma un’abbondante pasto battezzato con il nome di Natalitte perché si anticipava il menù della vigilia di Natale tradizionalmente a base di pasta con sugo di magro (tonno e olive), ceci e spignoli o crespeghitte (pezzi di baccalà, broccoli, mele o alici avvolti da pastella e fritti). Madonna dei coppetti Parallelamente a San Benedetto del Tronto nella giornata del 10 Dicembre si festeggia la Madonna dei coppetti, altro nome con cui viene chiamata la Vergine Lauretana. Una tradizione che le nonne raccontano è legata ad un rito propiziatorio, ovvero, le ragazze da marito che non volevano rimanere “zitelle” dovevano recarsi a suonare la campanella della Madonna dei coppetti nella chiesa del Paese alto, solo così si aveva la certezza di un imminente matrimonio.

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