Ceglie del Campo ovvero la Madre di Bari. Tremila anni di storia hanno impreziosito il sottosuolo di testimonianze “avanti Cristo”, plasmato la terra, le vie e gli edifici che hanno fatto della Madre di Bari una terra ricca ma derubata, che grida aiuto e rimane inascoltata. In un articolo pubblicato nel 1982 sulle pagine de «L’Espresso» (n.161), l’archeologo Sabatino Moscati scriveva: “La quantità eccezionale dei vasi dipinti con scene mitologiche, a figure nere e a figure rosse, illumina la ricchezza d'arte e di civiltà dell'antico centro, che fu dunque il nucleo primario della futura Bari, mentre nell'area occupata dalla città attuale v'era solo un modesto scalo marittimo. Ben nota agli scrittori greci e latini che ce ne hanno lasciato varie testimonianze […] fu una delle sedi principali della fiorente cultura che i Peuceti svilupparono sotto l'influsso greco, ma anche in autonomia. Poi prevalse l'area portuale, la città vi si andò concentrando e vi realizzò un eccezionale sviluppo. Ma le radici di Bari sono a Ceglie del Campo.