I Fari della calabria

Capo dell'armi e Capo spartivento

La quarta tappa di questi appunti di viaggio è dedicata ai fari di Capo Spartivento (nel Comune di Palizzi) e Capo dell’Armi (nel Comune di Motta San Giovanni), posizionati sulla costa ionica meridionale, entrambi ricadenti nella Provincia di Reggio Calabria.

Il primo dei due fari che ho visitato è quello di Capo dell’Armi. In questo luogo risiede il Signor Casile, il quale gestisce anche il sito di Capo Spartivento. Sono arrivato al faro in auto, arrivando in autostrada a Reggio Calabria per poi risalire la costa ionica, in direzione Taranto.

Al faro di Capo delle Armi

Giunto sul posto, trovai il Signor Casile ad attendermi, con la consueta tranquillità, comune a tutti i suoi colleghi

incontrati. Iniziò a farmi visitare il faro, anche se purtroppo le condizioni climatiche non permettevano di godere della solita, magnifica visuale: l’

Etna

, il vulcano più alto d’Europa.

La situazione meteorologica andava a peggiorare fino ad essere investiti dalla burrasca mentre ero intento a scattare foto di particolari del luogo. Il Sig.Casile, intanto, continuava a raccontarmi la storia dei fari di Capo dell’Armi e Capo Spartivento, di quando tanti anni fa il Re, tornando in Italia a bordo di una nave della Regia Marina, telegrafò a terra.

Nel frattempo le condizioni atmosferiche migliorarono e una volta usciti, rimasi incantato dalla vista dell’Etna. Il signor Casile era entusiasta della mia espressione felice e radiosa.

Mi misi immediatamente all’opera: quell’acquazzone aveva sgomberato il cielo dalla foschia, così iniziai le riprese e le fotografie con il drone, facendolo alzare sul mare, per apprezzare la ss 106 a strapiombo sullo Ionio. Un crescendo di emozioni, fino a quando dissi al signor Casile che avevo raccolto un po’ di materiale e che sarei passato dal faro di Capo Spartivento per fare qualche ripresa esterna.

Il faro di Capo Spartivento

Arrivai a Capo Spartivento e mi fermai in un ampio piazzale per organizzare li le riprese e mi accorsi della presenza di una camionetta dei Carabinieri, ferma non lontano da me. Mi avvicinai per presentarmi, mostrare i permessi della Marina Militare.

Mi fecero molte domande e infine, consultatisi con il comando, i Carabinieri mi vietarono di far volare il drone, in quanto in quel territorio è ubicata la residenza estiva di un ex Ministro degli Interni, dunque è zona sensibile. Come ciliegina sulla torta, mi toccò passare dalla caserma di Locri per fotocopiare alcuni documenti.

Per fortuna non feci volare il mio drone, altrimenti lo avrebbero abbattuto! Ma non poteva finire qui. Tornai a Capo Spartivento dopo che le forze armate si accordarono sulla competenza. Autorizzato dalla Marina Militare, tornai sul sito con il Sig.Casile.

Un faro imponente, anche se non presidiato.

Ho avuto il piacere di conoscere i militari che supervisionano l’area e potei infine fare delle riprese e delle fotografie. Una volta accompagnata a casa la mia guida, tornai al faro per predisporre le riprese notturne, questa volta supportato dalle Forze Armate. A questo punto partì la mia consueta “caccia” alla Via Lattea, purtroppo perseguitato dall’umidità di quei giorni.

Mi spostai in vari luoghi quella notte, cercando l’inquadratura migliore. Poi dormii in auto, in attesa della sempre affascinante alba sul Mar Ionio, pur se con un timido sole.

Un’ora dopo l’alba la mia visita a Capo Spartivento finì e, salutati i militari, tornai a casa percorrendo la statale 106. Nei giorni seguenti provai a inviare una lettera al Ministro per renderlo curioso e (magari) partecipe del progetto. Purtroppo, non ebbi alcuna risposta.

Ivan Comi

 

 

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